DUE AMICI

É lui! É Gianni Costantini in ogni quadro. E non potrebbe essere diversamente.
Per chi conosce la sua storia, per chi ha avuto la fortuna di poter camminare insieme con lui per qualche decennio come è capitato a me, per chi è a conoscenza della sua attività professionale, per chi sa dove Gianni trascorre la sua vita, ebbene, non bisogna meravigliarsi di quanto ci propone nei suoi quadri.
Troviamo in ogni opera lo scorrere inesorabile del tempo (ah, quegli orologi!), gli utensili del suo lavoro, gli elementi architettonici e artistici del nostro prezioso territorio, il richiamo, talvolta insistente nella riproposizione di alcuni oggetti, ad evadere, ad uscire dal quotidiano, dai vincoli inevitabili di ogni esistenza umana.

Magari anche a mascherarci, non tanto per sentirci diversi o autorizzati a “insanire, semel in anno”, ma per provare a smettere i panni della quotidianità e vestire quelli dei nostri desideri.
Anche solo per quel poco tempo che gli orologi continuano a ricordarci come fuggevole e quindi da vivere nel migliore dei modi. Per se stessi e per gli altri.

E allora... non è lui, non è Gianni Costantini! È l'artista che si sostituisce, che si maschera, che da un'anima a quanto lo circonda.

È un altro che ci costringe a riflettere, a ripensare anche la nostra “individuale” esistenza, a fare i conti con noi stessi, a renderci conto che abbiamo bisogno anche di quelle immaterialità che danno senso e significato ai nostri giorni.

No, no, non è il Gianni che crediamo di conoscere!
E di ciò ci rallegriamo perchè l'arte ci consegna non uno, ma due amici.
Cosa volete di più?

Ercole Ielmini
Sindaco di Laveno Mombello

DAL CAOS DELL'ACCUMULO ALLA RAGIONE DELLA STORIA

Quando si decide di creare uno spazio per le Varie ed eventuali, si intraprende un'impresa progettuale che inizialmente ha il sapore del raccogliticcio e dunque del disordine.
Man mano che si procede a depositare gli oggetti in questo spazio, insorge prima l'incubo di mettere mano, data la mole, poi l'urgenza di mettere ordine, infine la necessità di dare senso al nostro depositare. In raltà già prima di questa progressione esiste in nuce l'idea di testimoniare.

Preservare quanto gli appartiene dal rischio della dimenticanza è stata forse l'urgenza primaria di Costantini, ma contestualmente appare l'unitarietà della ricerca dell'autore. Ciò che gli preme è la ricerca del senso da dare al tempo che scorre e lascia dei segni.

Che senso ha la mia storia? E quella del mondo e degli uomini? Queste sono le domande che affiorano dall'analisi delle opere dell'artista. Come emerge, per esempio in Pedine, il caos della parola che deve fare i conti con l'uomo che, per la legge del contrappasso di dantesca memoria, viene pesato insieme al dire. La risultante è un equilibrio tra chi la parola l'ha creata – quasi fosse dio – e le letttere che servono a comporla.

Nella sua Humana Comoedia l'artista è chiamato alla responsabilità di rappresentare meglio il mondo e l'uomo stesso. Ed è cosi che le sue composizioni aprono squarci su scenari composti da quanto l'ingegno umano ha saputo creare: le nette architetture che ricordano Leon Battista Alberti si intrecciano alle complesse strategie che regolano il gioco degli scacchi e alle forme apparentemente disordinate dei rami, su cui le foglie si inseriscono secondo rigorosi calcoli frattali.

Ogni opera schiude finestre su mondi possibili dove vivono vite diverse e dove tutti gli attori, ad onta delle loro apparenze da marionette, trovano giusti spazi perchè ognuno di loro è dotato di una specifica identità e racconta la sua storia con le sue casualità e i suoi progetti di vita. I racconti che leggiamo in ogni quadro, pur rimandando alla poetica surrealista, conservano quei preziosismi barocchi che fanno di ogni composizione una stanza delle meraviglie dove si accumulano oggetti portatori di senso sul quale conviene indagare. È cosi che l'arte di Costantini si fa epistemologica.

Nell'arco di dieci anni la ricerca di un rigore che tende a mettere ordine tra gli oggetti di questo “Archivio”, ha continuamente posto Costantini di fronte al dubbio che ha preso spesso le forme escheriane dell'enigma, in cui trovano posto la curiosità, l'amore, la relatività, la necessità di porsi nei panni dell'altro. Solo attraverso questi stadi lo scorrere del tempo diventa Storia e gli oggetti conservati (cravatte, strumenti musicali, libri, pipe...) si fanno testimoni di ciò che siamo stati per darci modo di essere ora e qui e di poter essere ancora.

Saverio Lucio Lomurno
Scrittore ed ideatore artistico

L'UNIVERSO FIGURATIVO DI GIOVANNI COSTANTINI

Le opere di Giovanni Costantini avvolgono più che coinvolgono lo spettatore nella loro struttura a puzzle polimorfo, attraverso la pluralità dei significati del racconto, che si sgomitola in un mosaico figurale che l'artista struttura in piani semantici e non prospettici. Grazie a questo artificio formale, Costantini dà alla luce un universo figurativo che oltrepassa il realismo delle figure utilizzate nella composizione, sconfinando nella divagazione immaginativa.

I suoi dipinti assumono così un ritmo danzante, la cui struttura compositiva affonda le sue radici in un equilibrio formale nutrito da un innato gusto decorativo, nel quale gli oggetti rappresentati si soggettivizzano come entità metafisiche più che scenografiche, composte in una sintesi improbabile ma altamente simbolica.

Ne consegue che le composizioni sono estraniate dal tempo così come dallo spazio, che è solo mentale, e la realtà percepita è solo quella interiore dell'artista che si materializza lasciando elementi, vezzosamente sparsi, come oggetti del suo narrare. Le storie sono storie di clown, di girovaghi e di musicisti che invadono lo spazio della tela sconfinando sulla cornice in un rigurgito dadaista che offre allo sguardo dell'osservatore tutta la dimensione onirica dell'inconscio collettivo.

La sua pittura ha la pulizia e la freschezza che emana dalla joie de vivre dei personaggi e delle situazioni rappresentate, senza però indurre a giochi, compiacimenti, citazioni di superficie, ma dando vita ad un teatro dove si muove una moltitudine di personaggi e situazioni.

Costantini replica il suo stereotipo formale offrendo narrazioni immaginarie dove l'abito pittorico-cromatico del significante conferisce pienezza estetica al significato rappresentato in una raffigurazione raffinatamente naive, con riferimenti metafisici che superano il crono-topo kantiano proiettando la figure in maschera e gli oggetti dipinti nella dimensione a-spaziale della rappresentazione teatrale e della simbologia collettiva.

Erica Gasperini

MOSTRE PERSONALI

1984 - Laveno Mombello
1990 - Laveno Mombello
1995 - Laveno Mombello
1997 - Rancio Valcuvia
2005 - Laveno Mombello


MOSTRE COLLETIVE

1985 - Varese
1986 - Arona
1987 - Santhià, Trivero, Cassano Magnano
1988 - Mapello, Salsomaggiore Terme
1989 - Calvenzano, Breno, Parma, Massa Finalese
1990 - Novara, Brebbia
1991 - Tradate, Rho
1992 - Varese, Laveno Mombello, Arcumeggia, Besozzo
1993 - Varese, Porto Valtravaglia
1996 - Besozzo


PREMI E SEGNALAZIONI

1986 - Orta San Giulio: Premio Sacro Monte d'Oro
1987 - Mornago: IV Concorso Nazionale
1988 - Leggiuno: III Concorso Estemporanea / Brenta: II Concorso di Pittura / Casale Litta: III Concorso Nazionale
1989 - Mapello: V Concorso Nazionale / Calvenzano: XIV concorso di Pittura / Breno: Premio d'arte Città di Breno / Oggiona Santo Stefano: I Concorso nazionale / Mornago: VI Concorso Nazionale / Massa Finalese: XXX Concorso di Pittura / Brenta: III Concorso di Pittura / Stresa: Premio Lago Maggiore / Divignano: Premio "Volpe d'argento" / Tradate: Premio "Jacopino da Tradate"
1990 - Cassano Magnago: Concorso Nazionale / Breno: Premio d'arte Città di Breno / Casale Litta: III Concorso Nazionale
1991 - Cassano Magnago: Concorso Nazionale / Besozzo: Concorso Nazionale / Ranco: Premio "Arte e Trasporti" / Rho: Premio Nazionale Città di Rho
1992 - Besozzo: Concorso Nazionale
1993 - Besozzo: Concorso Nazionale
1994 - Besozzo: Concorso Nazionale
1995 - Besozzo: Concorso Nazionale
1996 - Besozzo: Concorso Nazionale
1997 - Besozzo: Concorso Nazionale
1998 - Besozzo: Concorso Nazionale
1999 - Besozzo: Concorso Nazionale